Due è meglio di uno?

Come ogni mattina, mi sono faticosamente caricata sul tram in direzione dell’ufficio. Il mio odio per le macchine, mi impone traversate infernali per la città. Però nel tram c’è un’umanità variegatissima e molto concentrata. Concentrata nel senso che dopo tre minuti assomigliamo tutti a delle alici in barile e anche l’odore non è molto diverso. Comunque è un’esperienza da provare.

Io, dopo anni, ho deciso che l’unico sistema per sopravvivere al viaggio è quello di stordirmi con la musica. Mi guardo intorno e non sento nulla. A parte, ovviamente, i miasmi di coloro che si ostinano, nonostante la sovraproduzione mondiale di sapone, a non lavarsi. Oggi ho voluto fare l’alternativa. Invece di stordirmi con la musica, ho deciso di stordirmi leggendo una biografia che ho iniziato sei mesi fa e che, inspiegabilmente, è ancora a pagina 177. E dunque inizio a leggere. Leggo una riga e vengo investita da una conversazione incredibile che non posso fare a meno di ascoltare. Tre ragazze, ad occhio e croce, tra i 17 e i 19 anni. Io ormai non distinguo più le adolescenti dalle quarantenni e non credo che il problema sia solo il mio. “Beh, no. Se non l’hai provato non puoi dire che non ti piace. Che discorso fai scusa? Non sarai mica una di quelle bigottone rompipalle?!” Affondo la faccia nel libro e alzo tutte le antenne. Parlottano un po’ e poi la rivelazione. “Io sono andata con X e con Y l’altro ieri” sentenzia una. “Con tutti e due insieme?” “Si, certo. E’ da provare. Non potete capire che appagamento” E si perde in una serie di descrizioni che mi lasciano sbigottita. Perchè, pur non essendo io Santa Maria Goretti, certe faccende non le avevo nemmeno mai sentite nominare. Dei tecnicismi da esperta del settore. Sono a metà tra l’affascinato e l’inorridito quindi, non potendo fare diversamente, drizzo sempre di più le antenne. Se ne accorgono e, per evitare catastrofiche derive, mi improvviso accanita sostenitrice del sesso a tre. La mia recita non va un granchè bene: al massimo prendo spunto da frasi sentite in film di quart’ordine. Due di loro tuttavia mi danno manforte, la terza rimane in silenzio. Il tutto in un tram stracolmo. Scopro che la cosa si pratica già nei bagni della scuola. Io, nei bagni della scuola, attaccavo le gomme sotto ai lavandini. Mi fanno una lista di cose strane che non sarò mai in grado di mettere in pratica, dopodichè mi appresto a scendere. “Ganza” mi dice una “Sei una signora ganza.” Signora lo dici a qualcun’altra…

Scendo dal tram sconsolatissima. Inizio a riflettere su alcune cose. Parallele e drammatiche. Non possiamo più distinguere le adolescenti dalle quarantenni perchè le quarantenni non si fanno alzare come la Coppa Uefa da due aitanti maschietti con il testosterone a cinquemila. Se a 17 anni (o a 19, non fa differenza) hai provato almeno 15 misteriosissime pratiche, alcune delle quali difficilmente arrecano piacere, cosa diavolo farai a 26 anni? (Non voglio spingermi ai 40 perchè la mia mente vacillerebbe). Infine: non c’è competizione. Io, e il 90% delle persone che mi gravitano intorno, non siamo in grado di fare tutte quelle acrobazie. Ci manca l’allenamento, l’esperienza. Avremmo dovuto iniziare almeno a 13 anni. E, a ben vedere, io a 13 anni (così come a 15, a 16, a 17 etc etc) giocavo col Subbuteo e facevo arrabbiare mia madre perchè ero sempre coperta di fango. C’è qualcosa di veramente triste in tutta questa cosa: la vita ormai butta le persone nella fase adulta quando ancora non sono uscite dall’infanzia.

Arrivata in ufficio, sono andata in bagno a sciacquarmi il viso. Mi sono guardata allo specchio e, sentendomi alternativa, ho attaccato la mia gomma da masticare sotto al lavandino. In fondo, c’è un’età per tutto e io, per fortuna, mi sono goduta tutte le fasi.

Lady B.


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