Un infuso di benzodiazepina. Come combattere un climax di tristezza

Parliamo della tristezza.

Subito, il significato: Tristezza: [tri-stéz-za] s.f. 1 Condizione di chi è triste, addolorato, afflitto: aveva appreso con t. la morte dell’amico ‖ Stato di intensa malinconia: quella giornata piovosa riempiva l’anima di t.

Nel ventaglio di ciò che universalmente parlando può essere considerato triste, rientrano una serie pressochè infinita di cose. Non avendo a disposizione una quantità infinita di tempo, ne elencheremo solo talune. Che, comunque, contribuiscono ad appestare l’animo e a fare in modo che il cervello, per coloro che ne sono dotati, rimanga rutilante di risposte bieche e sarcastiche. L’elenco è strettamente personale e man mano che il gradiente di tristezza si concentra, conoscerà un climax.

La cena: Tornare a casa con l’aspettativa di trovare una cena luculliana e trovarsi davanti un tozzo di pane. Secco. Questo, in effetti, è molto increscioso. Specie se, al termine di una lunga giornata lavorativa, si è mossi dalla tentazione di mangiarsi un tavolino.

L’intelligenza: Interloquire con una persona, dando per scontato che il suo QI possa ragionevolmente superare quello di uno scopino da cesso, e rendersi conto che purtroppo non arriva nemmeno alla smisurata sagacia di una folaga. Questo potrebbe comportare una certa malinconia.

La sobrietà: Qui l’annosa questione si divide in due sottocategorie. La sobrietà nel parlare e la sobrietà nel vestire. E spesso le due sottocategorie marciano di pari passo. Non mi occuperò del genere “maschio” ma solo del genere “femmina”. Che mi sta notevolmente a cuore. Gioie, se madre natura vi ha fornito una dotazione iniziale di livello, non mandate tutto al macero adottando un abbigliamento sindacabile. L’intimo si chiama così perchè deve essere mostrato in certe circostanze (intime)e basta. A circa il 90% dei bipedi non interessa vedere la riga delle vostre preziose terga fuoriuscire da un paio di jeans che spesso presentano buchi in ogni dove. Il dramma delle tarme deve essere particolarmente grave nei vostri armadi. I leggins non sono sostitutivi dei pantaloni.  E su questo non c’è altro da aggiungere. Le tute da ginnastica in ciniglia sono quanto di più orrido il mercato della moda abbia prodotto. E il fatto che vengano abbinati a delle scarpe col tacco non vi rende più attraenti ma, semplicemente, prive di buon gusto. E, ovviamente, ciò che mi rende massimamente avvilita e malinconica è l’abbinamento di terrificanti magliettoni con dei colori fluorescenti a borse Chanel. Due dita in un occhio sono più piacevoli.

La discrezione: E qui mi rivolgo ai maschietti. Pare che ad alcuni sfugga il senso di questo termine che generalmente permette la distinzione tra il signore e il troglodita. Il troglodita è colui che, per grazia ricevuta, ha avuto occasione di portarsi a letto una donna. A causa della rarità dell’evento, sente l’impellente necessità di appendere manifesti con foto segnaletiche della conquista, aggiungendo a margine note sulle dote amatorie di lei. Vi do’ una notizia: ciò non vi rende più maschi. Vi rende solo un tantino squallidi. Un gradino sotto al voyer delle coppiette nel parco. Non vi lamentate se poi, qualora la signorina in questione vi dovesse scoprire, la sua reazione sia irrazionalmente fuori controllo. Del resto, non farebbe piacere nemmeno a voi se la medesima andasse ad appendere manifesti riportanti descrizioni di ridicole prestazioni. Sento il cuore sanguinante di tristezza per l’esubero di trogloditi. E per la pressochè totale assenza di signori su questa terra.

La lista, in effetti, potrebbe a lungo continuare. Tuttavia il tempo è tiranno e lo spazio è poco. E io mi sono talmente immalinconita a pensare a quante disgrazie concentrate si affastellano nella mia esistenza che ora mi dovrò necessariamente fare un infuso alla benzodiazepina.

Tristemente vostra,

Lady B.

 

 

 


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