Un’ennesima chanderata

 
Oggi Arti è arrivata con una faccia nerissima. Mentre Chander aveva un’espressione da cane bastonato.
 
“Arti cosa succede?”
“Madame, succede che io voglio rinascere gatto nella prossima vita. O anche mucca. Oppure rospo. Tutto ma non voglio mai più rinascere come moglie di Chander.”
“Oh.”
“Sai che ha fatto questo mentecatto?”

No. Ma immagino che non sia una cosa bella.

“Gli ho detto di andare a ritirare i soldi al bancomat e che io lo avrei aspettato in macchina. È tornato e siamo ripartiti per venire qui. A metà strada gli ho chiesto dove avesse messo i contanti e ha tirato fuori la ricevuta del bancomat. Gli ho detto che quella era la ricevuta e non i soldi. Madame, il mentecatto aveva buttato via i soldi nel cestino del bancomat e si era messo in tasca solo la ricevuta! Siamo tornati al bancomat di corsa ma i soldi non c’erano più…”
“Accidenti. Mi dispiace Arti…”
“No Madame, non devi dispiacerti tu. Devo dispiacermi io. Cosa ho fatto di male per meritarmi un marito così?”

Non credo di avere una risposta a questa domanda. Di sottecchi guardo Chander che ha un’aria veramente afflitta.

“Arti dai perdonalo, non vedi come è triste?”
“Madame è triste perchè l’ho picchiato con il giornale e gli ho detto che sarei andata alla polizia perchè una cosa così stupida era da denuncia.”
“Mh.”
“E sai la cosa più assurda? Ci ha creduto! Ora pensa che verranno i poliziotti ad arrestarlo.”

Chander, non preoccuparti qui sei al sicuro: non permetterò che ti arrestino per eccesso di stupidità però adesso, per favore, smettila di passare l’aspirapolvere sulle foglie del banano.

Lady B.

G


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