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Scintille e magagne

Finalmente, dopo giorni di calma surreale, è tornato alla ribalta l’uomo con il mestruo.

Iniziavo a temere che si fossero estinti ma, fortunatamente, ho avuto la conferma che il mondo continua ad andare uno schifo e che loro sono presenti in modo massiccio. Non è un mio uomo con il mestruo, in effetti, perchè attualmente, volendo fare una colorita comparazione, la mia vita sentimentale è meno intensa di quella di un salmone in fase di risalita delle correnti.

Tuttavia, prendo sempre a cuore le disgrazie delle mie signorine e dunque vi riporto questa triste storia.

La storia de “La vittima delle circostanze”.

Lui e lei si conoscono attraverso amici comuni. La più classica delle situazioni. Lui, ovviamente, si innamora subito. Ci deve essere uno strano virus nell’aria: basta che un uomo si trovi nei paraggi di una donna per 6 minuti consecutivi e, sembrerebbe, se ne innamora perdutamente. Non può proprio più fare a meno di lei. Visto che poi noi donne, ad un certo punto, decidiamo con coscienza di diventare delle deprecabili mentecatte, cadiamo in questo giochetto balordo e crediamo fermamente a tutte le sviolinate che ci vengono propinate. Non importa se una è premio Nobel in astrofisica: mettetele accanto un troglodita ripulito che le fa due moine, e diventerà sveglia e sagace come un’ameba nel brodo primordiale. Dunque lui che la ama. Lui che le chiede di uscire continuamente. Lui che vuole farla conoscere a tutti i suoi amici perchè lei è una tipa giusta. Lui che va all’estero in vacanza e passa il suo tempo al cellulare, a mandare sms a lei. Lui che non vede l’ora che arrivi il week end per organizzare romantiche cene a casa a base di pesce e champagne. Ammazza, penserete. Ma dove li producono degli esserini così a modo? Da nessuna parte, non preoccupatevi. Infatti, dopo queste sperticate gesta, che hanno fatto cuocere lei a fuoco manco troppo lento, esce fuori il magagnone. Gigante. Lui va un fine settimana fuori in un paesetto sperduto dell’Italia centrale. Brutto, un paesetto brutto. Dove, al massimo, si possono contare le palline di pitosforo sui rami secchi. E sparisce. Lei, giustamente, un po’ si preoccupa: sia mai che sia stato fagocitato da un orso? Lui torna e lei chiede di uscire. Ora, immaginatevi le dinamiche come le immaginerebbero delle persone mediamente equilibrate. Lui fino a un giorno e mezzo prima, era innamorato. Le chiede di uscire e lei si addobba come un albero di Natale. Tutta fronzoletti, si presenta da lui. Che le dice: “Mi dispiace, non è scattata la scintilla, non possiamo più frequentarci.” Io, che sono una lingua biforcuta, gli avrei suggerito di prendere un accendino e di far accendere scintille in posti innominabili. Salvo poi farsi un clistere di butano, che mette sempre allegria. Lei invece incassa, torna a casa e, mentre si toglie i fronzoletti, nota che lui sta sotto la sua finestra, scuotendo mestamente il capo. La domanda è una sola: perchè lei non gli ha rovesciato un pentolone di olio bollente in testa? La risposta è che, purtroppo, pare sia contro il codice penale.

Mi sono chiesta che diavolo significasse un atteggiamento del genere. E sono approdata a questa conclusione. Niente, non significa niente. Vuol dire solo che, come al solito, si fa un uso e un abuso delle parole. E non è sufficiente poi cercare di arginare i danni, attribuendo tutte le colpe a circostanze inesistenti. Quindi, cari uomini col mestruo, se a un certo punto vi accorgete che la situazione si sta facendo troppo seria, troppo coinvolgente, non inventatevi che Vishnù vi ha resi immuni al sentimento amoroso o, addirittura, ha provocato l’essiccazione repentina delle vostre pudenda. Vorrei darvi qualche piccola regola di comportamento ma non mi viene in mente nulla che si possa dire in pubblico. Pertanto, in circostanze del genere, datevi fuoco. Sarete pieni di scintille.

Fronzolosamente vostra,

Lady B.