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Il lieto mondo della bipolarità

Ho sempre trovato affascinante il mondo degli uomini col mestruo bipolari. La loro alternanza fra le due condizioni contro-polari dell’attività psichica risulta essere ai miei occhi vieppiù interessante.

Apro una parentesi stilistica: non trovate per caso che la locuzione “vieppiù” renda tutto tremendamente elegante? “Sono vieppiù convinta che tu debba andartene a fare in culo.” Un concetto di per sè molto duro che, tuttavia, posto in questo modo, trova una sfumatura delicata e quantomai incisiva.

Chiusa la parentesi stilistica, torniamo ai nostri amici con qualche disturbino socio comportamentale. Voglio premettere che da vicino nessuno è normale. Ognuno ha qualche piccola manìa. Però un conto sono le piccole manìe, un conto è la schizofrenìa che dovrebbe essere curata mediante un sano isolamento in celle insonorizzate.

Vi riporto un paio di case studies.

CASO A – IL VELTRONIANO.

Lui e lei. Relazione decennale. Lui viene colto da improvvisa sindrome premestruale e lascia lei. Lei è molto contenta, infatti passa le sue giornata guardando film anni ’20 dove lui inevitabilmente muore in guerra. E se li guarda consumando dosi massicce di gelato al caramello. Che, notoriamente, fa salire a livelli importanti il colesterolo e soprattutto caria qualsiasi cosa. Palato compreso. Dopo aver buttato diverse mensilità dal dentista, lei esce da quel tunnel di disperazione che aveva iniziato ad arredare con crisantemi viola sfiga. Si comincia a ricostruire una vita, si rende conto che tutto sommato a volte non è la vita a essere stronza ma sono gli stronzi ad affastellarsi in modo incontrollato su una vita tendenzialmente sana. Insomma, si riprende. Poi l’imprevisto. Anzi, il prevedibile imprevisto. Lui decide di passare dalla sindrome premestruale alle mestruazioni vere e proprie. “Non riesco a vivere senza di te. Certo è che non riesco a vivere nemmeno con te.” Beh, mio caro, troviamo una soluzione a questo drammatico  dilemma. Trova un ponte altissimo, che si affacci su un fiume contaminato di scorie radioattive, e buttati di sotto. Ovviamente lei, dopo questa sequenza di messaggi, ha ricominciato a mangiare gelato a tutte le ore e adesso assomiglia ad un’otaria. Titoli di coda, dissolvenza.

CASO B – BRAVEHEART

Lui e lei. Relazione appena iniziata. Ah, facciamo una piccola precisazione. Pare che anche se si vada a letto insieme e si esca con regolarità, non si possa dire di stare insieme. Si, insomma, il galateo degli uomini col mestruo, impone di definirsi sempre e comunque “single”. Sia mai che ci si imbatta in un’occasione migliore. Dunque una relazione non relazione appena iniziata. Un niente. Lui tira fuori un argomento spinoso come un fico d’india. La ex. Lo sappiamo tutte che la tua ex era meglio di tutte le altre donne. Certo, ci riesce difficile capire perchè tu l’abbia scaricata ma, tant’è. A cena, così esordisce: “Sai, una volta la mia ex ha avuto un ritardo di un paio di mesi. Meno male che a te non è successo.” Lei rimane in silenzio. Ma non perchè non abbia niente da dire ma semplicemente perchè questo discorso potrebbe essere foriero di spiacevoli conseguenze. Tipo lo stantuffamento del vasetto coi fiori decorativi posto sul tavolo nel naso di lui. “Beh sai. Se fosse successo a lei sarebbe stato un conto. Se succedesse a te, visto che non stiamo insieme, non mi sentirei nemmeno chiamato in causa”. Beh, che dire. Una logica ferrea e inattaccabile. La signorina protagonista di questa vicenda non ha avuto la prontezza di rispondere nè, tantomeno, di simulare una gravidanza isterica. Si è limitata a prendersela in quell’innominato posto dove, spesso, se la prendono coloro che stanno insieme ma non troppo.

Cari i miei disturbati, è opportuno che sappiate che attualmente ci sono molti modi per curarvi senza dover per forza far uso e abuso di sostanze voluttuarie dotate di azione psicostimolante. Potreste, ad esempio, darvi fuoco. Ridurrete il problema del sovrappopolamento e non rendereste necessaria la riapertura dei manicomi.

Bipolarmente vostra,

Lady B.

 


Insostenibile.

Insostenibile.

Oggi trovo tutto insostenibile. Niente meglio di questa parole esprime il mio sentire. E dunque, in piena fase di protesta, voglio elencare una serie di improponibili insostenibilità.

E’ insostenibile sentirsi dire dopo 9 anni di relazione “Non so spiegarti bene, ma credo di non amarti più”. [Cerca di trovare immediatamente una spiegazione valida perchè io potrei dire all’autorità costituita che, non so come, quel martello è volato nella tua direzione e ti ha, come dire, preso casuamente in fronte]

E’ insostenibile scoprire che quello con cui esci da un po’ ha la donna in un paese dell’est Europa. E, ancora più insostenibile, il fatto che lui, dovendola andare a trovare, sparisca per dieci giorni per poi ripalesarsi con il seguente sms “Per me sei importante.” [definiamo in modo chiaro ed indiscutibile il concetto di importanza. Dopodichè scriviamo la definizione su un cartoncino formato A4 e inseriamolo con cura in quel posto del mestruato di turno dove, solitamente le cose escono e non dovrebbero entrare.]

E’ insostenibile che “sai devo stare da solo però non proprio da solo. Da solo senza di te, finchè non capisco che le altre non mi interessano” [alla fine di questo discorso, troverei molto più interessante la composizione chimica della supposta di glicerina. Almeno ha una funzione.]

E’ insostenibile il giudizio e il pregiudizio di chi non sa e ma che, dall’alto di uno scranno su cui si è messo da solo, prova a dare insindacabili giudizi di esperienza e maturità. [Vi dò una notizia. Avete rotto il cazzo.]

E’ insostenibile il “Metto le corna alla mia ragazza perchè mi annoio” [Uomini col mestruo! Vi chiedo, cortesemente, di non scrivermi queste bestialità via mail. Anzi, vi consiglio di andare da un endocrinologo e, nel frattempo, iniettatevi del bromuro nel cervello. Così proviamo a dare un senso compiuto a un po’ di esistenze]

E’ insostenibile il “Non lo amo. Ma meglio di niente” [Gioia, non stai scegliendo la pagnotta con cui accompagnerai la tua cena. Stai parlando del tuo compagno. Poi non venirti a lamentare che è uno stronzo]

E’ insostenibile il “Penso che tu non sia al mio livello.” [Apriamo gli occhi: hai 35 anni, vivi con mamma e papà e ancora non lavori. Di quale livello, esattamente, stiamo parlando?]

Perchè siamo così spaventati dai rapporti? Perchè ci costringiamo a vivere in un universo liquido, monocellulare e autoreferenziale dove tutto è lecito? Dove è sbagliato sostenere di avere un compagno o una compagna, dove è fuori luogo affrontare il discorso dell’avere una “relazione stabile”? Perchè annacquiamo il nostro futuro, le nostre aspettative, le nostre speranze in un mare di benzodiazepina? Ci rendiamo conto delle occasioni che buttiamo al macero oppure abbiamo desiderio di buttarle al macero per poi piangerci addosso? Smettiamola, per un secondo soltanto, di sentirci migliori degli altri e guardiamoci un attimo dentro. E cerchiamo di capire, una volta per tutte, che quando manchiamo di rispetto a qualcuno, manchiamo di rispetto a noi stessi. E la mancanza di rispetto verso se stessi rende il guardarsi allo specchio un’operazione veramente molto complicata.

Insostenibilmente vostra,

Lady B.