Una nuova lieta ricorrenza

“A che quota stai? Io sei…” ” Io cinque. Per ora vinci tu.”

Questo dialogo, che sembrerebbe una chiacchierata finalizzata a uno scambio di figurine, è avvenuto stamattina tra una mia amica e me. Trovo molto carino che io e le mie amiche, ovviamente quelle più care, siamo sintonizzate su tutto. Ogni tanto comunque sarebbe opportuno che le nostre vite non fossero tutte simultaneamente votate al degrado sentimentale. Che, peraltro, porta parossisticamente vicino all’instabilità mentale totale.

Il nostro dialogo verteva sul numero di amici/conoscenti che nell’ultimo anno sono serenamente convolati a nozze e, altrettanto gioiosamente, ci hanno comunicato la futura nascita di figli. Lei sei, io cinque.

Ieri ho parlato un po’ con un’amica che non sentivo da qualche anno. Mi ha raccontato diverse cose: si è laureata, ha trovato lavoro, convive, è incinta. Le ho detto che ero molto contenta per lei perchè, in effetti, lo sono. Poi mi guarda e mi dice che mi invidia moltissimo, perchè io sono il ritratto della donna indipendente. La donna che fa tutto da sola, stimolante, piena di ironia. Piena di scarpe. Prima di salutarci affettuosamente, mi invita a cena da lei. Racconto questa cosa a un mio amico davanti a un Long Island. I Long Island sono i cocktails della procrastinazione: spingono a riflessioni mortifere e, al momento di arrivare alla conclusione sensata di un ragionamento, iniziano a fare effetto. Dunque poi ci si perde in argomenti triviali e non si raggiunge alcun punto fermo. “Sono sinceramente ammirato dalla tua reazione. Hai dato prova di grande autocontrollo” “Ma cosa stai dicendo? Sono solo contenta per lei…” “Ma si, dai. Raccontalo a qualcun’altro. Sai cosa implica quest’invito? Che in settimana dovrai andare in giro per negozi per infanti e dovrai comprare un regalo. Poi dovrai andare dal parrucchiere e far dare una sistemata a quel cespuglio che hai in testa, dovrai prepararti a dovere e sfoggiare uno dei tuoi deliziosi tubini colorati con un paio di scarpe degne di questo nome. Dovrai pure indossare il miglior sorriso che hai. E non sarà sufficiente.” “Ma cosa vai dicendo? E’ solo una cena da un’amica. Ti sei ammattito forse?” dico, cercando di ostentare sicumera. “No mia cara. Non è solo una cena. E’ un campo di battaglia: single contro accoppiati. Sarai circondata da tutte coppiette felici, che ti passeranno al microscopio perchè tu sarai l’unica esponente di questa categoria disgraziata che sono i single. E non appena abbasserai la guardia, magari facendo notare che la sera a cena ti capita di mangiare sul divano una monoporzione di minestrone, ti guarderanno tutti con aria compassionevole.” Gesù. Dico tra me e me, finendo il Long Island. E ora? Ordiniamo altri due drink e io inizio a pensare che, forse, non sto andando a cena ma a una specie di mattatoio psicologico. “Non ci voglio andare più!” “Devi invece. E devi comprare il regalo più bello che ti possa venire in mente. Anche se ti dovesse costare mezzo stipendio.” Poi i Long Island hanno fatto effetto e abbiamo iniziato a parlare di altro. Ovvero di quanto sarebbe più bello il mondo se potessimo cauterizzare la bocca con una paletta incandescente a tutti coloro che dicono stronzate. Il pianeta sarebbe in effetti un posto molto più silenzioso e tranquillo.

Torno a casa e mi butto a letto. Sogno cose piuttosto confuse e non molto gratificanti. E mi alzo piuttosto nervosa perchè non mi piace sprecare l’inconscio sognando le solite banalità. Tipo prendere a manganellate qualche principe azzurro.

Davanti al solito caffè, preso sul solito terrazzo (con sciarpetta e cappello, perchè inizia a far freddo) inizio a far prendere concretezza a questo ragionamento. E’ ingiusto che io, e tutte le mie sgangheratissime conoscenze, siamo costrette di volta in volta a festeggiare i successi sentimentali degli altri. Più che ingiusto, è insostenibile. Dunque ho deciso di lanciare un OPA per ripristinare un po’ di par condicio. Tutti coloro che hanno una vita sentimentale serena, devono sentire l’obbligo morale di ricoprire di doni coloro che, invece, la sera  sono costretti alla monoporzione di cibo surgelato e al tozzo di pane secco. E, per celebrare la lieta ricorrenza, verrà offerta una cena imponente. Dove noi, i reietti della serenità di coppia, saremo sfavillanti e loro, i patrizi della famiglia, dovranno obbligatoriamente indossare abiti lisi ed essere il simbolo della consunzione. Mentre penso tutte queste cose, mi suona il telefono. L’ennesima amica caso umano: “Devo andare a una festa per un battesimo. E una mia amica si sposa dopodomani”. Questo mio progetto deve trovare attuazione rapida.

Comunque, in attesa dell’arrivo di quel giorno, faccio presente che è uscita la nuova collezione invernale di Christian Louboutin. La metto nella lista dei regali che accetto con piacere.

Monoporzionalmente vostra,

Lady B.

 


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